Marciano: solo la conoscenza e la formazione può garantire la sicurezza

Marciano: solo la conoscenza e la formazione può garantire la sicurezza

Il 28 aprile giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro “Quest’anno, la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro (SafeDay 2018) e la Giornata mondiale contro il lavoro minorile (WDACL) si sono uniti in una campagna congiunta per migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori e la fine del lavoro minorile.

Il 28 aprile giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro

“Quest’anno, la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro (SafeDay 2018) e la Giornata mondiale contro il lavoro minorile (WDACL) si sono uniti in una campagna congiunta per migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori e la fine del lavoro minorile. L’occasione è utile per richiamare l’attenzione degli imprenditori sui molti fattori che possono aumentare la vulnerabilità ai rischi di SSL dei giovani lavoratori, come la mancanza di esperienza lavorativa e di formazione, la conoscenza limitata dei rischi legati al lavoro e la mancanza di competenze professionali, la negoziazione che può portarli ad accettare incarichi o lavori in cattive condizioni di lavoro.”

Così il Presidente Rolando Marciano interviene sulla questione della sicurezza sul lavoro in occasione della campagna SafeDay 2018.

Migliorare la sicurezza e la salute dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro, non solo per promuovere un’occupazione dignitosa, ma anche per unire questi sforzi a quelli della lotta contro il lavoro minorile. Accanto ai rischi tradizionali, per tutelare la salute di queste categorie, va considerata anche una valutazione dello stress psicosociale il più possibile completa, attraverso la identificazione almeno dei seguenti fattori di rischio:

1. fisici e oggettivi dovuti all’ambiente di lavoro, alle misure di sicurezza da rispettare, alle attrezzature;

2. tecnici ed organizzativi (che comprende la gestione dei turni, la qualità della comunicazione ed altri aspetti);

3. psicosociale (assenteismo, turn over elevato, vertenze lavorative,).

“Per CEPI – prosegue Marciano – una organizzazione può considerarsi in buona salute se: adotta tutte le azioni per prevenire infortuni e rischi professionali; allestisce un ambiente di lavoro salubre, confortevole e accogliente; riconosce e valorizza le competenze e gli apporti dei dipendenti e stimola nuove potenzialità; mette a disposizione le informazioni pertinenti al lavoro; stimola nei dipendenti il senso di utilità sociale contribuendo a dare senso alla giornata lavorativa dei singoli e al loro sentimento di contribuire ai risultati comuni. L’assenza di queste condizioni genera malessere e quindi disagio lavorativo.”

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