“Tre sono le questioni fondamentali che abbiano posto come Confederazione in Italia e in Europa: compensazione fiscale, tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione da parte delle aziende, la mancanza di rappresentatività del mondo sindacale e l’emergenza fiscale per le micro imprese.” Così il Presidente di Cepi- Uci ha aperto i lavori dell’Assemblea
“Tre sono le questioni fondamentali che abbiano posto come Confederazione in Italia e in Europa: compensazione fiscale, tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione da parte delle aziende, la mancanza di rappresentatività del mondo sindacale e l’emergenza fiscale per le micro imprese.”
Così il Presidente di Cepi- Uci ha aperto i lavori dell’Assemblea Nazionale della Confederazione Europea delle Piccole Imprese che si è svolta oggi a Roma al Palacavicchi.
“La prima battaglia, quella per la compensazione, possiamo dire di averla vinta all’interno di ESBA che ha portato quella che a noi sembrava ancora prima che una questione politica o economica, una questione di buon senso, i debiti che la pubblica amministrazione- prosegue Marciano – esige dalle imprese devono essere compensati dai crediti che queste ultime vantano nei confronti della pubblica amministrazione.”
“Le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori devono contare per ciò che realmente rappresentano, si è creato negli anni, per ragioni storiche, uno squilibrio che va corretto in tutte le sedi. Il governo annuncia una riforma delle camere di commercio, ispirata alla necessità, legittima e auspicabile, di tagliare sprechi e spese inutili. Bene, siamo d’accordo, ma è necessario anche modificare i criteri di rappresentanza al loro interno: che si torni a far votare i commercianti e gli artigiani.”
“Quanto al Cnel è vero purtroppo si è dimostrato un ente con limiti innegabili che negli anni sono diventati insopportabili, che lo si abolisca ma bisognerà comunque sostituirne le funzioni, evitando di ripetere gli stessi errori e anche qui tenendo conto della reale rappresentatività delle organizzazioni.”
“La terza questione è quella forse più complessa, la fiscalità e le opportunità che le piccole e le micro imprese devono poter affrontare in un contesto in cui si sappia quali sono le loro dimensioni e le loro potenzialità. A Bruxelles siamo riusciti a far identificare le micro imprese per quello che sono, è chiaro che non possono essere messe sullo stesso piano delle grandi imprese. Per Micro imprese si devono intendere quelle aziende che hanno un bilancio fino a 500mila e fino a dieci dipendenti e per Piccole quelle con un bilancio da 500mila a 2 milioni. In modo tale che si possano tarare anche i fondi europei destinati a quella che resta la spina dorsale dell’economia nazionale. ”
Ufficio Stampa
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